A Melilli ciò che ancora oggi maggiormente identifica il luogo è la festa del santo patrono San Sebastiano.La celebrazione comincia il 20 gennaio, giorno del dies natalis, con la festa liturgica del martirio del Santo. Il Simulacro ligneo di San Sebastiano, al quale sono attribuiti eccezionali poteri taumaturgici, nel corso degli anni è stato coperto dai devoti con un telo rosso su cui hanno posto oggetti d’oro. Il Simulacro rimane esposto durante tutta la settimana per l’ottavario di preghiera e la sera del 27 gennaio, giorno dell’ottava della festa liturgica, è posto su una piccola “varetta” e portato in processione a spalla in chiesa madre per un breve momento di preghiera per poi tornare in Santuario; il Simulacro, prelevato dal piccolo fercolo, è velato sull’altare maggiore con un drappo rosso e custodito in cassaforte. Bisognerà attendere il 4 maggio, in occasione della grande festa esterna, per rivedere il Santo. La festa comincia la sera della vigilia, con la processione della reliquia. Alle quattro del mattino la Basilica è aperta in attesa dei pellegrini provenienti da tutti i paesi limitrofi; alle sei iniziano a porgere l’omaggio al Santo i “Nuri” (nudi) di Melilli e dopo anche i “Nuri” provenienti dagli altri paesi. I nudi, vestiti di bianco con bandana bianca e fascia rossa al petto, alcuni con scarpe bianche, altri scalzi, tengono in mano un mazzetto di fiori di carta colorata. Al loro arrivo, la folla presente in piazza crea un corridoio per farli passare; arrivano correndo, gridando frasi di ringraziamento ed esultanza, in fila indiana entrano in Basilica: all’entrata trovano il simulacro sulla vara, lo salutano e poi pian piano si dirigono sull’altare per offrire in dono il loro mazzetto di fiori di carta colorata che poggiano ai piedi della reliquia.
Quando tutti “i nudi” dei paesi sono arrivati in Basilica, il Santo esce: è accolto sul sagrato del Santuario da un grandioso spettacolo pirotecnico dalla collina che sovrasta la piazza, dal suono delle campane e dal lancio di carte multicolori. Dopo l’uscita, il Santo comincia il suo giro per le vie del centro storico, passando per via Iblea, la via principale del paese, per terminare in chiesa madre e uscire nuovamente la sera. Fino all’ottava di giorno 11 San Sebastiano rimarrà esposto sull’altare maggiore, seguirà un’ulteriore processione per le rimanenti vie di Melilli, in particolare quelle della nuova zona di espansione. Verso sera il Simulacro dopo un’altra processione nella zona bassa del paese sarà nuovamente riposto nella cappella dell’altare maggiore. Per san Sebastiano si preparano i “cuddureddi”, pani azzimi che sono gettati, con auspicio di fertilità, in direzione della statua del Santo in processione.