La festa di Santa Lucia

Santa Lucia è una delle ‘grandi sante’ della tradizione  siciliana delle feste, che affondano le proprie radici nella cultura barocca.  Tra sacro e profano la celebrazione della santa patrona qualifica Siracusa come una ‘capitale’ della festa tra le più spettacolari, descritta da storici e viaggiatori del grand tour che, ne hanno tramandato la grandiosità delle macchine e delle “vare”, dei giochi pirotecnici e delle messe in scena, il cui teatro è sempre stato  la scenografica piazza del Duomo. L’invaso della piazza accoglie due volte l’anno la spettacolare celebrazione in onore della santa, in occasione della festa del 13 dicembre e per quella detta ‘delle quaglie’, celebrata la prima domenica di maggio in ricordo del miracolo per la salvezza dei siracusani dalla carestia. Otto giorni di pubblico festino trasformano per due volte l’anno il clima della città che si prepara alla festa più sentita e amata, esponendo ai balconi drappi di rosso damasco.  

 

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Fu il vescovo Torres a istituirla nel Seicento facendola divenire sempre più magnifica, tutt’ora capace di creare forti emozioni  sia nei fedeli che nei viaggiatori che giungono per ammirarne il grande e scintillante simulacro e seguirne il percorso che si snoda per la città fino alla chiesa di santa Lucia extra moenia, dove sosta per otto giorni prima di rientrare in cattedrale.  Il senato cittadino aveva fin dal 1590 deliberato di far costruire la nuova statua di santa Lucia “tutta d’argento intera e grande quanto il naturale”. La costruì l’argentiere di Palermo Pietro Rizzo e fu esposta per la prima volta nel 1620, tutt’ora un vanto. Secondo la tradizione il 13 dicembre i fedeli si astengono dal mangiare pane e  pasta, consumando la cuccia piatto tipico a base di grano e legumi, in alcune località realizzato dolce a base di crema di ricotta e grano bollito, quest'ultimo diffuso nella tradizione della Sicilia occidentale è stato introdotto a Siracusa verso il 1980.