Itinerari di S. Lucia a Siracusa
Chiesa di S. Maria
della Concezione
La
chiesa del monastero di S. Maria, sita in via Roma, ricostruita nel 1703, a
seguito dei danni causati dal terremoto del 1693, è opera dell'architetto Michelangelo
Bonamici. La facciata si caratterizza per la presenza di paraste e grandi
volute in una composizione regolare e simmetrica. L'interno, ad unica navata,
sovrastata da una elaborata cantoria utilizzata dalle monache claustrali,
ospita delle pale d'altare di scuola messinese, vicina alla bottega di Onofrio
Gabrilelli. Accoglie dipinti settecenteschi: La Madonna della Lettera, S. Benedetto e l'Immacolata. Uno degli
altari laterali è dedicato alla santa siracusana con il Martirio
di Santa Lucia, opera del sec. XVII di Onofrio Gabrielli.
Edicola votiva di
Santa Lucia, via Roma 125
Edicola templare, in pietra
calcarea, insieme all’iscrizione, rievoca il miracoloso evento di una nave
carica di grano che entrò a Siracusa salvando la città dalla grave carestia del
1646. Si caratterizza per un’aggettante mensola d’appoggio sorretta da due
grandi volute e sormontata da semicolonne ioniche doppiamente scanalate. Il
frontone triangolare sporgente ospita all’interno i simboli del martirio della
santa: la colonna, la palma, il pugnale.
L’immagine, una copia fotografica
dell’originale quadro settecentesco oggi conservato presso il Centro Luciano in
Cattedrale, raffigura la Santa sorretta da nubi celesti e circondata da putti,
mentre sorregge con la mano destra il piatto con gli occhi e la luce divina e
con la mano sinistra la palma del martirio. Nella parte inferiore del quadro
viene rappresentata l’entrata del porto con a destra il Castello Maniace e i
muraglioni del quartiere omonimo e a sinistra una nave a vela che entra nel
porto della città.
Chiesadi S. Martino
La chiesa, una delle più antiche
di Siracusa, più volte rimaneggiata, ha un impianto basilicale a tre navate
divise da arcate a pieno centro che poggiano su pilastri a base rettangolare,
databile al VI secolo. Nel Trecento avvengono i principali interventi di trasformazione. A questo periodo risalgono l’ampliamento
della pianta originale, il rosone e il portale d’ingresso in stile
aragonese-catalano. Il portale ogivale con colonnine e capitelli decorati a
fiorami fu realizzato nel 1338,
come testimonia la data incisa sulla lunetta.
Nell’altare si può ammirare il
polittico ligneo di fattura iberica del
Maestro di S. Martino. Un retablo catalano con al centro la Vergine e il Bambino in trono e ai lati San Martino e Santa Lucia. La santa
aretusea è raffigurata avvolta in un
mantello rosso e oro e mostra i suoi attributi iconografici.
Galleria Regionale di
Palazzo Bellomo
Il
nucleo più antico del palazzo risale al XIII secolo e fa parte del programma
difensivo promosso da Federico II di Svevia. L'edificio esternamente appare
come un blocco compatto, mentre al suo interno si caratterizza per la presenza
di una corte e di una scala catalana in pietra a cielo aperto, risultato di
radicali trasformazioni avvenute nel quattrocento.
Il primo piano dello spazio museale di
Palazzo Bellomo ospita un particolare
dipinto che rappresenta il Martirio di Santa Lucia, opera dell’artista siracusano
di scuola caravaggesca Mario Minniti. La
scena è quella del martirio, la luce fa emergere dall’oscurità la santa martire
in atteggiamento di estasi, inginocchiata e posta di fronte l'osservatore. La
Santa ha le mani incrociate sul petto e il viso leggermente reclinato sulla
sinistra. Alle sue spalle il carnefice,
con il braccio destro alzato, la cui mano stringe il pugnale, che si accingerà
a trafiggere il collo della giovane Lucia. E' evidente la contrapposizione,
oltre che dei colori, tra cui spicca il rosso intenso del mantello del
carnefice, tra il suo corpo in azione
fulminea, quasi avvolto da una spirale, e la santa che appare pallida e immobile. A fare da contorno a tutto ciò un
terzo personaggio posto alla sinistra della scena che guarda in assoluto
silenzio e con manifesta curiosità lo sviluppo del tragico evento.
Al piano terra delle sale museali sono
visibili altre opere in cui è presente l'immagine iconografica della vergine
Lucia; si tratta di due polittici: ll Polittico di Santa Maria, proveniente dall'omonimo monastero
siracusano e databile alla prima metà del sec. XV, attribuito al Maestro
di Santa Maria, noto anche come Maestro di San Martino, con Santa Lucia sulla
tavola sinistra insieme a S. Tommaso e la Trasfigurazione
tra S. Giovanni Battista e S. Paolo, sec XV, attribuito al
Maestro della Trasfigurazione di Siracusa, con S. Lucia figurata sulla cimasa
insieme alla Madonna in Trono col Bambino e S. Agata.
Ma nelle collezioni del museo Bellomo
sono presenti altre opere dedicate alla vergine e martire siracusana, custodite
nei depositi del museo. In particolare dipinti di cui non è noto l'autore
databili tra il XVII e il XVIII secolo. A questi si aggiunge una grande
formella marmorea di ottanta centimetri
per duecentoventi, di ignoto autore, in cui vi è scolpita al centro
santa Lucia affiancata da due angeli che le porgono la palma del martirio e la
corona.
Chiesa di Santa Lucia
alla Badia
L'ambiente urbano di piazza Duomo
è delimitato a sud dalla scenografica facciata di questa chiesa ricostruita dopo il terremoto del 1693, i cui
lavori furono affidati al capomastro Luciano Caracciolo "capo maestro delle
regie fabbriche". La ricostruzione, avviata a partire dalle fondamenta,
interessò anche l'orientamento della chiesa, il cui prospetto veniva
trasportato nella piazza del Duomo, ritenuta di più alto prestigio dalle
monache dell’attiguo monastero.
Diverse sono le opere che si
custodiscono in quello che può essere definito un "santuario
luciano", a partire dall'alto prospetto in cui, nell'ordine inferiore, si
apre il portale affiancato da due colonne tortili che sorreggono un frontone
spezzato all’interno del quale, in rilievo, è un elegante raggiera su cui sono
posti una colonna, una spada, una palma e una corona, simboli del martirio
della santa.
All'interno la volta è decorata con modanature a stucco e
affreschi, tra cui una Gloria di Santa
Lucia opera settecentesca di Marello Vieri che ricorda, con la raffigurazione del bastimento carico di
frumento, il miracolo compiuto dalla santa nel 1646 in favore della città, salvata dalla carestia.
La chiesa, a navata unica
longitudinale, ha come fondale, in corrispondenza dell'altare maggiore, Il seppellimento di
Santa Lucia, opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio realizzato
nel 1608. La tela, oggi custodita presso questa chiesa, in origine si trovava nella
chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, luogo per il quale era stata commissionata
al Caravaggio. Il dipinto ha come soggetto la santa patrona di Siracusa e il
tema rappresentato è il seppellimento. La scena del dipinto è narrata con
grande drammaticità. In primo piano due grandi necrofori che cominciano a
scavare la fossa per la giovane Lucia, la quale presenta una profonda ferita da
taglio sul collo; mentre in un secondo piano la figura del Vescovo le
conferisce l'estrema unzione.
Solitamente
l'altare ospita un altro dipinto, Ilmartirio di Santa Lucia, un'opera su
tavola del 1579 di Deodato Guinaccia, in cui numerosi personaggi, alcuni dei quali posti sotto il portico
sorretto da colonne ioniche dell'edificio raffigurato sulla destra, agitano la
scena che vede protagonista la vergine siracusana nell'atto di essere trainata
dai buoi.
Biblioteca Alagoniana, piazza Duomo 5 Sita all'interno del Palazzo Arcivescovile,
l'importante istituzione culturale, fu trasferita qui ai primi dell'800. La fondazione della Biblioteca risale al
1783, grazie all'opera del vescovo Alagona, da cui prese il nome. Custodisce un
cospicuo patrimonio che spazia da incunaboli, pergamene, codici miniati greci
latini e arabi, annali a libretti d'opera, opuscoli, riviste, incisioni,
disegni e altro.
In merito al percorso di
riferimento, si segnalo le numerose incisioni contenute nei manoscritti di
Giuseppe Maria Capodieci, sacerdote e annalista siracusano; testi di
fondamentale importanza per lo studio della città di Siracusa. Ma anche altri
testi quali quello francese Sainte Lucie
Vierege eet Martyre de Syracuse di
Beaugrand del 1882; numerosi libretti e un dipinto posto nel corridoio
che conduce alla Biblioteca che vede la santa siracusana, rappresentata con tutti
gli attribuiti iconografici, assisa su
una nuvola a sovrastare la città di Siracusada lei protetta. .
La Cattedrale
Fulcro dello spazio della piazza
è il Duomo. Antico tempio di Athena, trasformato
in chiesa cristiana, poi in Cattedrale, oggi con la imponente facciata barocca,
ricostruita dopo il crollo del 1693, tra i più alti esempi di architettura del
tempo.
La grandiosa facciata settecentesca, il cui
progetto è stato attribuito all'architetto Palermitano Andrea Palma, è
impreziosita dalla presenza di alcune statue devozionali; tra cui sulla destra quella della vergine siracusana,
opera scultorea di Ignazio Marabitti che vede la santa avvolta in un morbido panneggio e con posa devozionale.
Lungo la navata sinistra, si
custodiscono alcune statue realizzate dallo scultore palermitano Antonello
Gagini appartenenti alle sue opere più tarde e raffinate; tra queste una Santa
Lucia, su un alto scannello stile
rinascimentale in cui sono figurate alcune scene del martirio della Santa.
Lungo la navata laterale destra
si aprono diverse cappelle. Tra esse la Cappella di Santa Lucia , costruita nel
XVIII secolo, che custodisce diverse opere devozionali della santa. Tra queste,
un dipinto settecentesco di cui si ignora l'autore che raffigura Santa Lucia
nell'atto di mostrare il calice con gli occhi; nella parete di destra, un prezioso medaglione
ghirlandato attribuito a Ignazio
Marabitti, all'interno del quale è raffigurato il busto marmoreo di Santa
Lucia. Ma l'opera principe è il grande simulacro
argenteo della santa, costruito per
volontà del Senato cittadino che aveva deliberato di volere una statua "tutta d'argento intera e grande quanto il naturale" . E' opera dell’argentiere palermitano Pietro Rizzo
e fu esposta per la prima volta nel
1620. Oltre il simulacro, di particolare rilievo è la cassa argentea attribuita alla bottega di
Nibilio Gagini, orafo e argentiere palermitano, in cui uno dei pannelli frontali
riproduce Il seppellimento
di
Santa Lucia di Caravaggio . Di pregio è il paliotto argenteo, di ignoto autore,
posto sull’altare maggiore, con un’immagine di Santa Lucia morente.