Itinerari di S. Lucia in Sicilia
Il culto di Santa
Lucia in altri centri siciliani
Santa
Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana, numerose sono le
reliquie sparse per il mondo e le opere d'arte a lei ispirate; l’itinerario che
qui si propone, e che coinvolge i
maggiori luoghi di culto della Sicilia legati al nome di Lucia, parte da
Siracusa, sua città natale, e si estende agli altri centri siciliani,
quali Carlentini, Acicatena, Belpasso, Enna, Catenanuova,
Valguarnera Caropepe, Castelbuono, Savoca, Santa Lucia del Mela.
CARLENTINI
Icona votiva, via Porta Agnone
Secondo la leggenda popolare in
questo luogo avrebbe sostato la vergine siracusana durante il suo
pellegrinaggio da Siracusa a Catania.
Chiesa Madre dedicata
all’Immacolata Concezione. La
chiesa fondata tra il 1551 e 1609 fu distrutta
dal sisma nel 1693 e ricostruita subito dopo. Lo stile risente non solo dell'influenza
barocca, ma anche neoclassica e liberty. Ha un impianto longitudinale, diviso
in tre navate, terminante con un'abside semicircolare .
All'interno della chiesa nell'abside di destra ha sede la cappella di Santa Lucia,
che custodisce il simulacro della Santa, raffinata opera di ignoto, risalente a
prima del 1621, anno in cui la Vergine fu proclamata patrona della città. Il
simulacro ligneo è interamente rivestito con lamine d'argento; il drappeggio e
la corona, opera di Paolo Pietro Aversa, sono stati realizzati nel 1804; anche
la seduta è del 1871, opera del maestro argentiere Giovanni Albergo. Altra
opera di pregio è l'avambraccio d'argento, reliquiario contenente un frammento
osseo della santa, realizzato da Bartolomeo Calì nel 1769, contenuto
all'interno dell'urna d'argento del 1767,
nella quale sono incise le
iniziali M.V. Sempre all'interno della cappella è la pala d'altare, raffigurante
Santa Lucia in ginocchio in atto di preghiera davanti alla Madonna, opera
attribuita all'artista catanese Francesco Gramignani.
ACICATENA
Chiesa di Santa Lucia
La
chiesa edificata più volte, già a partire dalla fine del 1200, è ricostruita
per intero dopo il terremoto del 1693 per volontà della famiglia Riggio. La
svettante facciata si erge maestosa su una scalinata trapezoidale composta da
ventitré gradini di pietra lavica. Il prospetto è scandito da quattro lesene
aventi capitello ionico che inquadrano un elaborato portale, diviso in due
parti, realizzato con pietra dell'Etna.
L'interno, a navata unica, coperta da un tetto a cassettoni opera di
Antonio Emanuele realizzato nel 1757, si
caratterizza per la presenza di coppie di altari laterali con colonne tortili. Numerosi
e importanti artisti sono presenti all'interno della chiesa: Giambattista
Piparo che nel 1763 realizza gli affreschi sopra le porte laterali; inoltre Vincenzo
Sciuto, Antonio Bonaccorsi, Paolo Vasta, Matteo Ragonisi. All'interno di una
cappella è custodito il simulacro di Santa Lucia.
BELPASSO
Chiesa di Santa Maria Immacolata. Chiesa Madre
Realizzata su disegno dell’architetto Bellia ha pianta a croce latina e facciata
a capanna scandita da lesene, in pietra lavica, con capitelli dorici appena
accennati e impreziositi da grandi putti. L'uso della pietra lavica è esteso
anche al sontuoso portale d’ingresso, ai
capitelli corinzi e all’ampio finestrone incorniciato da grandi figure.
Nel 1815 fu ultimata la
torre campanaria, di pianta quadrangolare, con la cella campanaria che funge da
cassa di risonanza, contornata da quattro finestre ad arco.
All’interno lo spazio della navata centrale è scandito dalla successione
di pilastri, collegati da arcate a tutto sesto. Ogni colonna ha un basamento in
marmo ed è sormontata da un capitello corinzio. Dal cornicione si dipartono una
serie di finestroni che fanno penetrare la luce in tutta la navata.
A destra della navata centrale è
ubicata la navata di S. Lucia ultimata nel 1887, che si conclude con la
cappella absidale dedicata alla Santa Patrona. All'interno è custodito il
simulacro ligneo di Lucia, di ignoto autore, realizzato quasi interamente in
legno di pioppo il cui impianto e la ricchezza dell'intaglio rimandano alla statuaria
lignea siciliana della prima metà del XVII secolo. La statua è stata oggetto di
un intervento di restauro agli inizi del 1900 che ne ha modificato l'aspetto
originario. Insieme al simulacro è custodito un braccio reliquiario in argento
del XVII secolo, contenente due frammenti ossei della santa donati nel 1654, e
un reliquiario in argento del XIX secolo contenente anch'esso un frammento
osseo della santa.
Di pregevole fattura è
anche la Vara fatta costruire nel 1671 per volere degli allora rettori della
festa di Santa Lucia. I rettori avevano dato delle precise indicazioni sull'opera,
così come si evince dagli atti notarili del Notaio Francesco Chisari: «have da
essere con sei colonne, alla moderna, e di longhezza e larghezza per quanto
rechede che possa stare la Sancta immagine con suo scrigno e lamperi, di
bonissima forma; che ci sia lo zocculu sutta (...); di indorarla con oro
finissimo tutta intera accettuati li facci delli bottoni e dei serafino». I
lavori affidati inizialmente al messinese don Geronimo Carnazza, il quale non
eseguì pienamente le richieste dei rettori, furono portati a termine dal mastro
Giulio Gallo della città di Catania, il quale in poco più di un anno portò a
compimento l'opera. Nei primi anni del '700 si decise di modificare nuovamente
la Vara con l'argentatura delle colonne a fusto scanalato, del capitello
corinzio e del basamento del tempietto in lamine d'argento sbalzato. Interessante
è anche la zoccolatura in cui sono
cesellati sei momenti della vita della giovane martire.
ENNA
Santa Lucia è venerata con grande solennità
sia nella parrocchia di Santa Lucia a Enna bassa sia nell'antica chiesa di San
Tommaso Apostolo a Enna alta. In
quest'ultima, a partire dal 1932, è celebrata la festa in onore della Santa;
qui sono custoditi il simulacro e una reliquia. Il simulacro esposto
sull'altare maggiore, ornato da un angelo inginocchiato ai piedi di Lucia, differisce da
quello portato in processione.